Bononia Superstar

Bologna_Centrale_by_petteritt
Saranno state queste brevi trasferte nella felsinea città, l'aria di Marzo che si avvicina o la verifica di matematica, ma in questi giorni il cricetino nella mia scatola cranica ha fatto molto movimento. Camminare per Bologna con una tracolla può dare alla testa. Soprattutto se sei solo e sei arrivato in treno. Mi sono immaginato tra qualche anno a percorrere i suoi portici, a provare sensazioni simili a quella di una sardina nei suoi fantastici autobus, a caminare tra migliaia di sconosciuti che sgusciano via tra la folla... trovo meraviglioso sentirsi così indipendenti.

Guardandomi allo specchio, più la sera che la mattina, dato che appena sveglio assomiglio in maniera inverosimile ad un soufflè sgonfio, vedo Me. (Grazie al cazzo...) Nel senso che li davanti non c'è uno sconosciuto, una persona che odio o cos'altro. C'è solo un pupazzo di carne o qualcosa di più?
Il tempo dei giochi è finito, e i tanti ventenni alla moda, o semplicemente vestiti da bambini troppo cresciuti sono grotteschi. Non mi manca la mia infanzia, un bellissimo periodo come quasi tutta la mia vita. life is now. Viene da dire. Buttati, vivi, e la vita ti salterà addosso! Non sono un pupazzo di carne. Non sono niente di che. Sono solo Io, con le mie giornate smaronate e quelle con un sorriso a 82 denti, con i miei perchè ed i miei forse, ed è bello così. È bello che ognuno sia esattamente uguale a Se Stesso.

Ho incominciato a scrivere. Sulla mia Moleskine.
Sulla Nostra Moleskine.
Racconti, brevi, concisi, acuti. Senza nulla di superfluo. Cresceranno con me, viaggiando. Coi miei pensieri, le mie riflessioni, ma anche no.
E lì, seduto ad un tavolino della cosiddetta "Stazzione C.le", tra uno sguardo altero ai clienti di MerDona(ld's) ed un morso al mio pessimo trancio di pizza, la apro. E sento tutto il bar su di me. Coi suoi sguardi, i suoi respiri. Chissà cosa penseranno, mi viene da dire, ma so già la rispsta. Qualcosa del tipo "Cosa ci fa questo pivellino qua ad un tavolo con una camicia, senza gel a scrivere", nella forma più articolata. Insomma "Costui è strano" in quella più banale. E mi sento immensamente figo. Tant'è che poi replico in treno sfogliando il giornale quotidiano. Non per molto: preferisco perdermi nel buio della notte, con i pensieri più che con lo sguardo... le luci che si susseguono, il treno che sussulta, e c'è quasi silenzio, in me.

Il treno arriva fin troppo presto, e tra i viali di Lugo trovo la più immensa serenità. Ed una consapevolezza: ora sono grande.

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