All Scars

allscars

L'amicizia.
Forse è la cosa più forte. Più forte dell'amore.
Se l'amore è un torrente, che va alimentato, l'amicizia è un fiume instancabile.

Ed è bellissimo, stare con voi, ragazzi.
Qualunque cosa, anche lo shopping, diventa sopportabile.
Grazie. Grazie mille.

Nonsense All Scars. E sarà per sempre.

Music All Scars - Knoking on Heaven Doors

Such Great Heights

I am thinking it's a sign that the freckles
In our eyes are mirror images and when
We kiss they're perfectly aligned
And I have to speculate that God himself
Did make us into corresponding shapes like
Puzzle pieces from the clay
True, it may seem like a stretch, but
Its thoughts like this that catch my troubled
Head when you're away when I am missing you to death
When you are out there on the road for
Several weeks of shows and when you scan
The radio, I hope this song will guide you home

They will see us waving from such great
Heights, 'come down now,' they'll say
But everything looks perfect from far away,
'come down now,' but we'll stay...

I tried my best to leave this all on your
Machine but the persistent beat it sounded
Thin upon listening
That frankly will not fly. you will hear
The shrillest highs and lowest lows with
The windows down when this is guiding you home

Music

Iron and Wine - Such Great Heights
The Postal Service - Such Great Heights

Frattona



Cammino.
La luce del sole filtra tra gli alberi, di taglio, a rompere la staticità del sottobosco.
Inspiro, e l'aria umida e profumata mi entra nei polmoni e poi nelle vene.
Apro gli occhi e guardo dritto davanti a me, con determinazione.
Corro.
Corro, mentre la luce del tramonto appare e scompare dietro gli alberi coperti di muschio, giocando con i miei occhi.
Lascio i problemi alle spalle, e ad ogni impronta nel fango mi sento più libero.
E per una volta, sono davvero me stesso.

MusicStars - On Peak Hill
Giovanni Allevi - Prendimi

On the Edge

Il brutto non è tanto stare male, è non volersi sentire meglio.

Malinconia, in una sua accezione originale, umore nero.
Nichilismo.

La consapevolezza che tu non stai male, davvero.
Il dolore, quello vero, non me lo immagino neanche da lontano.
Forse è per questo, che sei così incazzato con te stesso.
Perchè ogni giorno, ogni momento, porti una maschera che ride.
Una maschera che non riesce a trattenere tutto il male che hai dentro.
Non male inteso come dolore fisico. Più una sorta di malvagità.
Quel male che si sfoga con le persone che a te ci tengono veramente. Quelle che non se lo meritano neanche un po'.

Immagina un pozzo buio e profondo.
Tu sei sull'orlo, guardi in profondità, ma vorresti essere sul fondo.
Tu che non sai cosa sia il dolore, quello vero.
Tu che all'incrocio non ti fermi, e non sai ancora perchè.

Nichilismo, nulla È.
Nulla è statico. Tutto va a pezzi.

Forse è solo il male che ti sta intorno, che ti entra dentro e ti prende, ti strappa poco alla volta.
Forse è il freddo. O la stanchezza.
Il fatto che c'è poca luce.
Magari gli ormoni che mettono nella carne, l'inflazione.
Magari no.

Music

Stars - On Peak Hill
The Killers - Mr.Brightside

The Best of You

 
Penso di non essere fatto per la normalità.
Io vivo per amare, per provare le emozioni più forti che ci siano.
Che siano belle o brutte, io vivo per loro.
Emozioni che mi mettono in comunicazione con il mondo, con le persone.

Ammetto di avere seri problemi nel provare affetto, da un po' di tempo.
Dev'essere successo qualcosa.

Mi sento freddo e cinico come mai.
È amareggiante, ma è il mio modo di essere me stesso, ora.
Forse è solo una forma di difesa. Involontaria.
Dannatamente involontaria ed incontrollabile.
E spesso finisco per odiarmi.

Devo voltare pagina.
Non è neanche un capitolo, quello che voglio chiudere.
Mi piace pensare che sia qualcosa come un paragrafo, una parentesi.
Meriteresti tutto il bene del mondo, che non ti posso dare.
Avere il coraggio di sorridere e scrivere l'epilogo, una volta per tutte.

Punto.
E a capo.

MusicFoo Fighters - The Best of You
Sia - Breath Me

Fantasticheria

love
Un sorriso.
Uno sguardo quando non te lo aspetti, quando ormai hai deciso che "non è il momento di pensarci, meglio studiare".
E poi arrivi tu con disarmante semplicità, e io ci casco come un pirla. 
Ma sono felice.
Magari è normale, magari mi illudo, come al solito.
Voglio sorriderti e non pensare a niente, per una volta.


Stars - Your Ex-Lover is Dead
Snow Patrol - Open your Eyes

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Where_To_Start____by_neon90

Fermarsi.
Guardi il treno della tua vita passare tu e per una volta non sei il macchinista, non sei il passeggero o il giornale dimenticato su un sedile.
Per una volta la tua vita la guardi passare, consapevole e per questo un po' beffardo. La guardi passare e dentro di te, ridi.
Ridi perchè hai imparato che certe volte devi fregartene e lasciarlo andare.


Siete cambiati.
O magari no, sono cambiato io. Fisicamente è la stessa cosa.

Carta bianca, pagina nuova.
Oppure è solo il retro del solito foglio già pieno di scarabocchi.
Non è un momento cruciale della mia vita.
È più un attimo di calma lucidità.

E poi apri gli occhi. Apri gli occhi e senti il treno sussultare sui binari.
"Uno a zero per te", pensi. La vita non la freghi, mai.
Ti guardi attorno. Lo scompartimento è quasi vuoto, e non sentiresti nessun rumore se non fosse per la porta che sbatte alle tue spalle.
Ti alzi e la chiudi. E quando torni a sedere ci sono tutti i tuoi amici, accanto a te.
Ami viaggiare solo.
E invece loro sono felici, come incuranti della tua voglia di solitudine.
E ti senti come infastidito dai loro sorrisi, ti senti confuso ed estraneo.
Il treno si ferma e le porte si aprono con uno sbuffo.
Scendi i gradini e appoggi il primo piede sulla banchina.
Ti volti indietro, sorridendo - "Maledetti stronzi...!" .
E poi corri, corri più lontano che puoi.

Apri gli occhi e senti il treno sussultare sui binari. E sei felice.

Music
The Fray - Vienna
Negrita - Hollywood

Energy

Jump_by_neeuq2006
Sarà che per una volta, ho dormito più di 6 ore, ma mi sento carico come una Colt pronta a scattare!
Quell'energia positiva, quella voglia di spaccare tutto, quell'energia che ti impedisce di stare seduto per più di un quarto d'ora, quella voglia di ridere magari come un cretino e fregarsene anche un po' di tutto il resto, di stare con gli amici, quell'energia che ti fa affrontare la scuola con la voglia del primo giorno.

Energia pura.

Poi magari stanotte vado a letto tardi e domani sono il solito straccio che si deprime su queste pagine fatte di bit, che è anche molto probabile.

L'importante è che se va avanti così, non mi ferma neanche un panzer.
Figuriamoci qualche interrogazione o verifica. Ragion per la quale, convertirò quest'energia in qualcosa di utile.
Insomma, vado a studiare. Che se no il panzer lo sfondo, e poi prendo 3.

Però è importante notare che non sono sempre depresso. Cioè non depresso, diciamo solo giù. È che solitamente scrivo quando sento qualcosa di forte, e di solito è quando sono giù. Il brutto è che quando mi sento così scrivo tanto e bene. E oggi riesco a malapena a scrivere due cacatine.

  "I'm Batman!" [Dean Winchester]

MusicGreen Day - Basketcase
Yellowcard - Light up the Sky

With You

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È una fredda e soleggiata mattina di settembre.

In verità non c'è molto da dire.
Vedo le scarpe.
La ghiaia. Il tonfo sordo dei passi si fa più acuto, sulla ghiaia.
Dettagli, sì. Un telefono che suona a vuoto. Il silenzio. Un eco di disperazione che non riesco nemmeno a concepire.
Io impazzirei.
Sei fortissima.
E noi siamo con te, con tutti i nostri difetti, con le nostre piccole cazzate che chiamiamo problemi, con tutto il bene che ti vogliamo.

"Ecco perchè non credo a Dio" dice la Giulia.
E non riesco a darle torto.

MusicPearl Jam - Man of the Hour
U2 - Sometimes you cant' make it on your own

Waiting for the wind to Change

 Waiting_for_the_Wind_of_Change_by_gilad

Sono in un momento un po' di vuoto, ora.
Niente scuola, impegni che in altri momenti indicherei magari come tediosi o frustranti.
No, sto aspettando che succenda qualcosa.
Sento che c'è un silenzio speciale, in ciò che mi accade, quel silenzio particolare che precede lo scoppio di un temporale.
Forse è solo una strana forma di vuoto, un vuoto impietoso che cerca poco a poco di farmi implodere tra mille pensieri tra parole non dette, occasioni sprecate.
Rimpianti.

Vivere. Forse la cosa più difficile.
Superare quel normale concetto di esistere che normalmente ci accompagna.
È come se tutto mi scorresse attorno; i giorni passano, gli ipotetici foglietti del calendario si accumulano nel cestino della raccolta differenziata, le nuvole colorano pigramente il cielo ed è già sera.
E la cosa peggiore è rendersi conto che non riesco a muovermi, a dare una scossa a tutto ciò.

Ma cambierà, com'è ovvio. Ci sono i miei amici, persone fantastiche cui non rinuncerei per nulla al mondo, c'è la speranza di un mondo migliore, che un vento nuovo si levi e inizi a soffiare.

E soffierà, il vento della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di Te.

Music Yiruma - Kiss the rain
Yiruma - Rivers flow in You

In Hike

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Dopo un primo momento di sconforto, esce una stella.
Non ha per me un significato particolare, non conosco il suo nome, però la sua presenza mi riempie il cuore di tranquillità.
Le stelle, dopotutto, sono sempre lì, sono sempre loro, luminose e stupende.

L'Arbusto

Oggi ho potato un arbusto del mio giardino. Niente di che, non so nemmeno che pianta sia. Un gran mucchio di foglie buttate su di un tronco striminzito e ritorto.
Si lo so, la botanica non è il mio forte... ho un pollice tendente al nero!
Fatto sta che mi sono messo a stagliuzzare questa specie di bonsai gigante, foglia dopo foglia, e pensavo "Quanto tempo, quante sostanze saranno servite alla pianta per fare tutte queste foglie? Ed io le taglio, senza rimorso. Le taglio e le getto nel cassonetto in fondo alla strada" Non proprio risentimento, però mi è venuto da pensare che forse è così anche per noi.
Forse la vita, ogni tanto, ci pota.
Fa un male cane, ti sembrache non abbia senso quello che ti succede:
poi ti passa, e ti accorgi di essere cresciuto, di aver maturato nuove esperienze... ci si indurisce, anche se non sempre è un bene.

Abbiamo tutti diritto di sbagliare.

Ti voglio bene, Giuggia!

Nuvole Bianche

White_Clouds_by_ThirtyNinthCherry

Seduto sul sedile posteriore della Yaris, ammiro il cielo. Nuvole bellissime lo attraversano come velieri, e non c'è niente di meglio.
Radio3, Ludovico Einaudi live.
È la musica delle medie, quando uscivo a camminare e sentivo la mia vita rimbombarmi attorno. Pensavo che, se la mia vita fosse mai stata un film, quella sarebbe stata la colonna sonora.
Era un pezzo che non l'ascoltavo. Ricordo ancora la prima volta che sentii quel brano. A casa, un pomeriggio di primavera. Piansi, forse.
Oggi quelle note, pur nella loro malinconia, mi evocano una dolcezza, una quieta solitudine che posso dire quasi felicità.
Quei cinque minuti hanno reso leggera, eterea la giornata. Mi hanno in un certo senso estraniato da tutte le preoccupazioni. Come una nuvola, quasi.

Un pomeriggio sprecato, in gran parte, tra Moto GP e Formula1.
Ciò che da senso alla tua giornata è quanto sei riuscito ad amare. Ed io me lo chiedo davvero, il senso di questa giornata, quale sia stato.
Sto leggendo, quasi galeotto, il tuo libro. Sul biglietto hai scritto: "Un libro che mi ha fatto pensare a te".
Non capivo perché, davvero.
Fino ad oggi.
Oggi, su quel libro, ho trovato pagine che ho sentito quanto mai più vicine a me.
E ti rivedo, Fermina Daza, camminare decisa, cordiale, ma imperscrutabile. Così donna e così bambina.
Frasi, parole. Frammenti. Ciò che resta. Non malinconia, non un momento in particolare. Parole, parole tra noi.

Mi alzo e scendo le scale. Il computer ronza fedele, e con qualche clic sono qui a scrivere. Per chi, non lo so. Non per me, suppongo. Se così fosse avrei preso il diario. Non credo di scrivere per qualcuno in particolare. Penso. Scrivo.
Riorganizzare i pensieri in parole, ed organizzare parole in frasi. Poi ancora frasi in periodi di senso compiuto.
Creo ordine. Ecco perché scrivo. La penna per me è come il machete per il serial killer.
Scrittura come sfogo, ma anche come strumento di riflessione.
Scrivo solo, sempre. Per me, scrivere è solitudine.

Certe volte vorrei rompere. Con tutto, con il mondo. Fare qualcosa che si fa solo nei film, nei video su MTV. Correre sotto la pioggia, buttarmi in piscina con anche le scarpe. Un cuore di cioccolato sul banco di una ragazza carina.
Poi mi chiedo cosa abbia più senso.
Le "regole", o no.

Music  Ludovico Einaudi - Nuvole bianche
  Jovanotti - Fango

Alones

AlonE_by_el_billo 
Torno a casa, solo.
Il cielo, a tratti limpido, sopra il paese si condensa in nubi basse, come una pennellata grigia. L'aria è ferma, pesante.
"Gocce, gocce di acqua!!" - chiede la mia anima assetata. Mi accorgo di stare fissando l'asfalto, che mi lascio dietro ad ogni passo. Mi accorgo cercare gocce cadute in ogni sassolino scuro. Sguardo basso. Come se avessi paura del mondo, delle persone.
E non capisco, non capisco davvero un cazzo.
Sono felice?
Certo, ovvio che sono felice
Perché dovrei essere triste?
"Sorridi, allora"
Sorrido. Ma è una maschera scomoda, che non fa respirare. Sorridere sì, ma per qualcuno. Per rassicurarla, per dirle: " Non ti preoccupare, tutto ok. Davvero" Sorridere per non parlare, non dover spiegare. Per non muovere pietà.

"You don't have to force your smile for anyone... It's okay to smile... for yourself..."


Sera. Seduto in riva al fosso, seguo i rospi saltellare. Grigio, è lo sguardo, il colore. Quando non sai più per quale motivo ti alzi la mattina, e vivi alla giornata. Quando alla sera, sul fosso, sul balcone, capisci di aver buttato un'altra giornata. Non penso, come Leopardi, che la gioia sia solo la cessazione della tristezza. Al contrario.
Però vorrei aprirmi il cervello, urlare, schiantarmi o volare. Vorrei Vivere. Ed invece non trovo neppure la forza di avvicinarmi a chi vorrei conoscere. E trovo anche il modo di giustificami.

Domani dovrei saltare le prime due ore, e farmi un giro con Nicola. Abbiamo molto in comune.
Lasciando stare l'idea politica, quello che mi sembra essere più affine è il fatto che, a differenza di Pier, di Baso, che sono ragazzi, noi siamo sicuramente molto più adulti. Ma anche molto più bambini. Senza via di mezzo.
Negli interessi, nel modo di vedere la vita ci accomuna una visione abbastanza chiara.
Mentre, parlo per me, nei rapporti con le persone una giocosità, una timidezza, che solo un bambino ha.
Forse non è nemmeno troppo strano.

Vorrei scrivere, parlare. Ma non riesco a scrivere.
Scrivere come liberazione, come un serial killer colpisce la sua vittima sì, posso farlo. Mania, psiche...
Le idee, quelle no, quelle non le compongo in frasi. Restano meno di pensieri, polvere tra i sassi.

Ti evito, ancora. Non ci guardiamo. Tu non mi cerchi. Probabilmente ho ragione, non ti interessa davvero. Sei un'ipocrita, te l'ho sempre detto. "Parlami, cazzo!" Ma se è stato solo un gioco per arrivare a lui, io sono sempre stato una pedina. No, non lo accetto. Mi fidavo di te. Troppo, per non accorgermi del tuo scarso interesse. Basta. Tre mesi possono sembrare pochi. Probabilmente no, non lo sono.

Finirà, non deve mancare molto. Spero sempre nell'aiuto esterno, e in qualche ora di sonno in più. Il sole, la spiaggia. Certo, ci sono tutti i presupposti per una bella estate, come per una deludente. Dipende da me.

Music Aqua Times - Alones

A Question


Piove. Appoggio la testa alla finestra e lascio cadere le gocce. Stasera non cantano i grilli.
Amo questo rumore. Sommesso, ripetitivo ma mai uguale, mi ricorda il respiro del mare.
Il silenzio. Silenzio che lascia spazio a domande, riflessioni. Silenzio da riempire con sguardi o sospiri.

L'ultima nota rimane sospesa qualche minuto, prima che mi accorga che il brano è finito. E mi rendo conto che di tutto quello che ho, non c'è nulla che voglia ascoltare. Così, all'improvviso, cadono tutti i muri, le certezze. È un attimo, ma vedo le stelle.

Calo la maschera ed entro in scena. Ma dopotutto, non si può vivere come si desidera, mai.
Prendo il bello che vedo in te, lo ammiro. Però mi rendo conto che non ci può essere un legame tra noi, siamo simili, mai uguali.
Mi chiedo cosa sia l'amore, davvero.
Ogni volta arrivo ad una cima, mi rendo conto che ce n'è una più alta da raggiungere. Non mi guida lo sconforto, ma la curiosità. La vita è un viaggio, e come in ogni viaggio la destinazione è solo il punto nel quale si ricordano i passi compiuti per raggiungere la meta.

Come gocce, come nebbia, le domande mi affollano la mente. C'è la risposta, è vicina.
Ma non la trovo.

Il silenzio rimbomba. Le ultime gocce picchiettano le pozzanghere con suoni ovattati. Spengo la luce.

*La foto si intitola "A Question" ed è autoprodotta
:).

Teenage Wasteland

I giorni passano e non ho mai un po' di tempo in cui fuggire dall'inquietudine. È passare la maggior parte del tempo sprecandolo, e il restante a dare testate contro il muro per averlo sprecato. Almeno c'è Taz, con queste sue pillole che dall'alto dei suoi 20 anni mi illuminano. Il problema è questo. Ci metto un'ora e mezza prima di aprire il libri, e quando lo faccio non ci sto sopra, veramente. Stanchezza, già. Certo, c'è anche quella. Ma è facile scaricare tutti i problemi così. Come succede in Italia oggi. Scarichiamo i problemi sugli immigrati, sui politici, sull'inflazione... il problema siamo noi, nello specifico il problema sono io. Che non riesco, non voglio spendere fino all'ultimo fottuto Joule di energia, sbattermi come un uovo per ottenere cio che voglio. E la spiegazione è semplice. Non lo so. Ho perso gli obiettivi a lungo termine. Certo, so che la prossima settimana c'è il compleanno di Filo, so che vorrei andare al mare e che domani ho la verifica di matematica e non ho ripassato un cazzo. E la giustificazione non sta nella filosofia moderna della "Gioventù Bruciata". No, mi piace la scuola. Non mi piace correre sempre e non avere nessuno con cui condividere davvero quei momenti felici sempre più rari.
È il final rush. Ancora poco, un mese, e poi sarà finita, mi dico. Ma cambierà davvero? Ma dopo l'estate, cosa mi resterà?
Sicuramente ho una serie di situazioni sgradevoli abbastanza accavallate. Non è una questione di pessimismo, e così e basta. Ne verrò fuori. Ne verremo fuori.
Perchè certe cose si superano insieme.

Music  The Who - Baba O'Riley

Imperfect

Dust_by_Goniaczek
Guardo fuori e non so bene come vada, la stagione. Un tempo imprevedibile.
Vorrei vivere un po' così. Senza pensare troppo alle conseguenze delle mie azioni, senza temere di abbandonarmi ad uno sguardo o ad un abbraccio. Inutile.
Non ci riesco. Qualcosa là dentro me lo impedisce, fisicamente. Abbasso lo sguardo, l'abbraccio diventa qualcos'altro di indefinito, e mi ritrovo a vagare per i corridoi della scuola seguendo non si sa bene cosa.
Cio che dispiace è di addormentarsi la sera snetendosi incompleti, come se qualcosa ti risucchiasse tutte le energie, le passioni. Stanchezza, già. Certo, ce n'è anche di quella.
E poi sento la voglia di dire qualcosa e di non trovare le parole per riuscirci.
Mi sento inadeguato a qualsiasi cosa, mi sento costretto a mettere insieme parole di altri per trovare le mie. E m spremo su questa tastiera, sudo ogni lettera non so neanche per chi. E poi , per una volta, la prima volta attendo l'estate. Non solo come liberazione dall'onere scolastico (che, ora come ora, mi fissa dal tavolo) ma anche per rivedere le magiche creature con cui ho trascorso quella scorsa.
Già, l'estate. Tremila cose da fare e il tempo non sembra bastare: stare al mare, adare in vacanza, a Mirabilandia, andare alla festa dell'Unità, lavorare... e qui di solito il mio ragionevole encefalo si rifiuta di ragionare ancora e va in cortocircuito, proponendo pensieri idioti del tipo "Intanto Studia" oppure "Cosa faccio per cena?". O era mia mamma?
E ogni volta, mi dico: ok è passato un anno le puoi anche parlare, chiudila con questo stupido silenzio. Oppure: adesso la saluti e ti presenti. E il fottuto raziocinio mi dice "no, sembreresti un pirla." Peccato che non mi sovvenga in altre occasioni.
E ciò che resta è uno stupido motivetto Jap-pop.

Music Akeboshi - Wind

Untitled

Ed ora, seduto qui, ho finito i pezzi.[...] E davanti a me c'è un gran casino imbrattato di sangue. Non è completo, non è perfetto, ma è ciò che ho fatto della mia vita. [Ninna Nanna - Chuck Palahniuk]

E lei non è più lei. Fredda, sarcastica, leggermente ipocrita. Ed io non so più chi sono.
Non so più cosa vuol dire amare, odiare. Non capisco cosa voglio, cosa cerco, cosa ho e cosa non ho.
È incredibile come siamo creature di pura passione. Gioia e pazzia. Tristezza. Insieme, i parti variabili, repentinamente.
Ho bisogno di un riferimento, qualcuno a cui appoggiarmi.
Nel sapore di fiori portato dal vento, lacrime che stentano ad uscire fossilizzano dentro, la frustrazione esplode e si riversa come miasma tra chi mi circonda.
Frustrazione perché ciò in cui avevo creduto fino in fondo, in cui avevo speso tutte le mie energie, non era nient'altro che "un errore", uno sbaglio, come l'ha definito lei.
Una sberla colossale, e mi ritrovo solo e confuso. Quella confusione che ti spinge a desiderare di essere triste, ad abbattere un sorriso, a cercare la pena di qualcuno. La odio.
Non so più cosa pensare, di te. Di noi, non se ne parla. Stento a ricordare il tuo volto, se non per quell'espressione dolce e fugace dei tuoi occhi.
Non so chi sono e che cosa voglio. Le mie priorità, i miei piani, cancellati come i disegni di un bambino sulla battigia.
Mi chiedo, con presunzione, se tutto quello che ho fatto per te non conti nulla, se sono uno come gli altri, adesso. Quando essere gentili, "dolci", per usare un termine che preferisco evitare ti fa diventare un amico. Ed è la terza volta, mi dicono. Forse è il caso che lasci perdere. Giuggia, hai detto che il mondo non mi merita. Esageri. Sono solo un povero pirla anacronistico. Rimasto come minimo al 1800. Poi c'è qualcosa che mi spinge a dire "Va', divertiti, è alle cose serie ci pensiamo tra qualche anno". E mi ritrovo con una voglia matta di vivere ed un risentimento che mi frena, come se mi sentissi in colpa di sorridere. Con una voglia di sfinirmi sui libri, sulla pista rossa, con gli altri. Di non pensarci. Di pensare ad altro. Ad altre. L'estate, la scuola, ed è come tradirti. Ed è un po' come morire. In tutto 'sto casino, i miei amici, che sanno distrarmi, rinfrancarmi, e mostrarmi il puzzle da un'altra angolazione.
Ed è per sempre, mi fai capire.
Ed io, il più triste fallito del Dopoguerra non oso nemmeno pensare di riconquistarti. Se c'è una cosa che non saprò mai fare è quella. E allora tanto vale sprofondare tra freddi teoremi. Logici, univoci, inumani.
E il naufragar m'è dolce in questo mare.

il silenzio

Mi lascio crollare sulla sedia, esausto.
Il corpo, spossato, non vuole obbedire alla testa che gli ordina di resistere, perchè una giornata così non può, non deve finire mai.
Gli occhi gonfi, il cervelletto assopito e di nuovo, prepotente, la musica.
E ricordo il sole, ricordo l'odore della campagna che rinasce.
Ricordo il tempo con Luca e quello con Matteo. E soprattutto ricordo Te. E sono felice. Una felicità pura, atavica. È così che ci si sente, quando si hanno attorno persone a cui si vuole bene. Non così, superficialmente, tvb. Molto di più! Alzo gli occhi e guardo la marina di Alghero, con il sole che tramonta dietro Capo Caccia. Un luogo dove sento di aver lasciato un pezzo piccolo di me, anche se ci ho trascorso solo una settimana.
Però è tutto così assurdo. Perchè noi siamo come ci vedono. Come ci vogliono. Perchè ogni persona con cui condividiamo anche solo un attimo di vita ci lascia una piccola traccia. E in certi casi questi incontri ti sconvolgono la vita. In un modo così radicale che anche solo un mese prima non l'avresti mai detto. E in ogni persona che saluto, a cui sorrido, con cui condivido un bacio o un abbraccio, lascio un segno. Ed è per sempre. E magari verrà coperto da solchi più profondi, ma sarà sempre sul tuo cuore a pulsare. Con il mio. Ecco cos'è un amico. Una parte di me, nel corpo di un altro. Ed ho una gioia folle.  Ed ho il terrore puro che domani quando aprirò gli occhi non sarà più così. Non posso, non devo cedere. Questo giorno non deve finire!! Perchè anche se non ci sei, piccola, ti penso sempre. E sento che lo fai anche tu. Non potrei spiegarmi altrimenti come faccio, senza vederti per così tanto tempo. È stato quell'attimo, pura follia! Non avrei mai creduto di farcela. Non c'è muro più altro di quello che non si crede di poter superare. Però ce l'ho fatta! Ti ho stretto la mano, ed ho sentito il tuo cuore battere con il mio.
E lo sento ancora, lo giuro.
Respiro.
Raccolgo i bandoli della giornata, tiro le somme. È strano, lo facevo sul mio diario. Un po' devo dire che mi scoccia, non riesco più a scrivere nulla dopo che mi sono svuotato su queste pagine virtuali. Non ho ancora capito perchè lo faccio. Forse sono un esibizionista. Chissà. Nessuno ti conosce meglio di te stesso.  
La musica è finita, ma subito non me ne accorgo. Le note rieccheggiano nella mia mente per diversi minuti, come un diapason, prima di fermarsi. Era bellissima, la musica. Ma poi è finita, ed ho scoperto il silenzio. E anche il silenzio è stupendo, e anche il silenzio potrà essere interrotto dal suono. Così chiudo il libro, abbasso la penna e spengo la luce. Perchè domani sarà un giorno ancora più straordinario.

Down

Matter_Form__Colours_of_rain_by_Tommy_Noker
Chiudo gli occhi e penso a te.
E per un minuscolo istante, sono invulnerabile a qualsiasi avvenimento del mondo esterno.
Sarà la pioggia o non so che altro, un po' mi ritorna la tristezza...
Mi vengono in mente le note di un pezzo che ormai non ascoltavo da tempo, Consequence, ma sicuramente non mi va di ascoltarlo ora. L'unico suono che voglio sentire è il silenzio. Il rumore delle gocce che picchiettano sulla finestra mi giunge ovattato, ed è un perdersi. Non mi spiego come mai, quando sei triste, non hai voglia di sentirti felice. Anche quando dentro ti brilla un piccolo sole, è come se ti sentissi in colpa a farlo splendere. Lo devi a qualcuno.
È così per ogni cosa, dopotutto. Devi sempre rendere conto a qualcuno di quello che fai. La gente guarda, ma non vede. Sente, ma non ascolta. WhoCares? Chi se ne importa? Nessuno. Chi si ferma a guardare un fiore con la forma strana? Le gemme di un albero che torna a fiorire? O la bellezza eterna delle stelle? Pochi. Spesso mi chiedo cosa pensavano tutti quelli che sono venuti prima di noi, sdraiati su un prato a pancia in su. Erano uomini, come noi. Con gli stessi problemi, le stesse gioie e tutto il resto. A che tante facelle? Ora stento a trovare qualcuno che si meravigli. Cinica, sarcastica: ecco la nuova generazione, che chiama sentimenti quelle porcherie preconfezionate alla Moccia.

Entro in casa e cade la maschera. Gli zigomi si fanno pesani sotto l'acqua che mi lava il volto. Quel sorriso idiota scende lento per lo scarico, e tutti i problemi mi gravano addosso. Scuola, amore, beghe varie... è solo amarezza o qualcosa di più? Non credo... posso farcela... credo. L'ottimismo ti frega...
Però il pessimismo di più.
Apro gli occhi e non ci sei ancora.

MusicBlink182 - Down
Notwist - Consequence

Bononia Superstar

Bologna_Centrale_by_petteritt
Saranno state queste brevi trasferte nella felsinea città, l'aria di Marzo che si avvicina o la verifica di matematica, ma in questi giorni il cricetino nella mia scatola cranica ha fatto molto movimento. Camminare per Bologna con una tracolla può dare alla testa. Soprattutto se sei solo e sei arrivato in treno. Mi sono immaginato tra qualche anno a percorrere i suoi portici, a provare sensazioni simili a quella di una sardina nei suoi fantastici autobus, a caminare tra migliaia di sconosciuti che sgusciano via tra la folla... trovo meraviglioso sentirsi così indipendenti.

Guardandomi allo specchio, più la sera che la mattina, dato che appena sveglio assomiglio in maniera inverosimile ad un soufflè sgonfio, vedo Me. (Grazie al cazzo...) Nel senso che li davanti non c'è uno sconosciuto, una persona che odio o cos'altro. C'è solo un pupazzo di carne o qualcosa di più?
Il tempo dei giochi è finito, e i tanti ventenni alla moda, o semplicemente vestiti da bambini troppo cresciuti sono grotteschi. Non mi manca la mia infanzia, un bellissimo periodo come quasi tutta la mia vita. life is now. Viene da dire. Buttati, vivi, e la vita ti salterà addosso! Non sono un pupazzo di carne. Non sono niente di che. Sono solo Io, con le mie giornate smaronate e quelle con un sorriso a 82 denti, con i miei perchè ed i miei forse, ed è bello così. È bello che ognuno sia esattamente uguale a Se Stesso.

Ho incominciato a scrivere. Sulla mia Moleskine.
Sulla Nostra Moleskine.
Racconti, brevi, concisi, acuti. Senza nulla di superfluo. Cresceranno con me, viaggiando. Coi miei pensieri, le mie riflessioni, ma anche no.
E lì, seduto ad un tavolino della cosiddetta "Stazzione C.le", tra uno sguardo altero ai clienti di MerDona(ld's) ed un morso al mio pessimo trancio di pizza, la apro. E sento tutto il bar su di me. Coi suoi sguardi, i suoi respiri. Chissà cosa penseranno, mi viene da dire, ma so già la rispsta. Qualcosa del tipo "Cosa ci fa questo pivellino qua ad un tavolo con una camicia, senza gel a scrivere", nella forma più articolata. Insomma "Costui è strano" in quella più banale. E mi sento immensamente figo. Tant'è che poi replico in treno sfogliando il giornale quotidiano. Non per molto: preferisco perdermi nel buio della notte, con i pensieri più che con lo sguardo... le luci che si susseguono, il treno che sussulta, e c'è quasi silenzio, in me.

Il treno arriva fin troppo presto, e tra i viali di Lugo trovo la più immensa serenità. Ed una consapevolezza: ora sono grande.

?

Sera

Alla Sera
Il cielo si colora di rosso, mentre il sole svaninsce dietro le tue colline.
Penso che là ci sei te, ed è buffo perchè ora sarai in autobus in giro per l'Italia. Chissà, magari anche tu mi pensi, ora.
La brezza calda e profumata di fiori porta, nonostante la stagione, il canto dei grilli. Un canto che non c'è, ma sento sempre quando ti penso. Tutto sommato è come se fossi qui, e ti tenessi per mano.
Un cane abbaia in lontananza, e mi dimentico perfino delle auto sulla provinciale.
Quanto vorrei che fossi qui, sulla terracotta del balcone, a parlare del più e del meno, o ad sentire il tramonto, in silenzio.

Il vento mi scompiglia i capelli che ormai mi coprono la fronte, riportandomi alla mente nottate passate dietro casa, a guardare il cielo insieme ai grilli e ai ranocchi.
In ogni cosa ci sei te, e mi manchi... anche se ti sento con me. È una strana, stupenda sensazione... e il vento mi bisbiglia qualcosa alle orecchie, qualcosa in una lingua che ho appena imparato a parlare, qualcosa che subito non capisco. Le piante ascoltano e sembrano capire, si piegano quietamente al vento, sussurrando la loro risposta.
Sento scorrere in me la musica, quella del cuore. Prende la forma di note di un pianoforte, poi di un'arpa, poi di un liuto. Qualche stella sbuca dietro il tappeto porpora delle nuvole.

Lentamente il sole si spegne, e torno alla realtà, e torno a essere il solito imbranato a prendere freddo sul balcone. Una realtà serena e luminosa, e per qualche motivo un sorriso vagamente ebete mi appare in volto.

Tagadà

Rides_by_radiantlenore
Mi sono rivisto, piccolo quattordicenne solo, alle giostre. Alla ricerca di un gruppo, di amici, a qualcosa di cui sentirsi parte. Io, alle medie. Sbavare dietro un paio di scarpe che avevano tutti, protestare per cose che in realtà non mi interessavano. Forse è per quello che alle giostre proprio non riuscivo a starci. E poi le luci, il rumore e le bestemmie che erano ovunque, i simboli ostentati, griffe e sigarette il teatrino dei piccoli aduti: va in scena qua.
Io, 16 enne realizzato, siedo su una panchina vicino all'Ire. Un po' fa ridere, un po' fa piangerte vedere che i miei coetantei che sono rimasti tali ad allora, se non peggiorati. Così, ragazzoni accompagnati a bimbette scolari, idistinguibnili l'una dall'altra in tenuta da guerra truzza.
Forse sono vecchio.
Spesso mi chiedo come mai non abbia l'impulso irrefrenabile di comprarmi una maglia AngelDevil ed andare a limonare in disco con la prima bimba ubriaca che passa. Mi chiedo perchè a mi interessi qualcosa del pianeta e dei suoi abitanti.
Non è brutto, è strano.
I miei amici, quelli veri, vanno sul Tagadà. Io resto giù, ad osservare la grande commedia della vita: ragazzine carine ma di una stupidità indicibile, con burini di ogni età e genere affollano la piazza.
Bimbi pronti a salire sulle giostre, a sentirsi parte di qualcosa, guardati da mamme apprensive e padri autoritari.

Bòna. Me ne vado. Ma nemmeno le bancarelle mi interessano. Mi fermo a guardare camicie e portafogli: è già finito il tempo delle mele?? Ma quand'è iniziata questa fine? Solo oggi me lo chiedo, e so di non rendermene conto. Ho passato lo spartiacque, e ora so che non si passa a tappe forzate come la "prima volta" e altre boiate del genere, si tratta della consapevolezza di non avere più l'età. E ciò non significa che non ami divertirmi, anzi. Amo stare coi miei amici, andare fuori e scherzare, mi diverto un sacco a Mirabilandia o andando al mare, a volte guardo i cartoni. Sono un ragazzo normale, almeno lo ero. Ma ora, chi sono io?

Loneliness. I miei amici gridano dal tagadà e mi fanno la linguaccia, ma non ce la faccio a stiracchiare un sorriso. Ovviamente perchè guardo Spongebob.

Oggi ho visto per la prima volta la faccia di mio nonno. In foto. Mi ha sconvolto, dal disegno sembrava diverso. E mia nonna da giovane. Non credevo fosse stata giovane anche lei... Tutte quelle cosa che hai sempre avuto vicino ma di cui non ti sei mai accorto: è stupendo scoprirle!

Il freddo mi riporta alla realtà, ed attorno a me luci e venditori di mandorle croccoglassate.

Mi sento solo. Non per scelta, è una semplice condizione di spazi. I 20km più lunghi del mondo. Però mi sento anche abbastanza maturo da accettare questo situazione. La distanza o logora i legamio li rafforza. Il mio caso è il secondo, ne sono certo. Saper aspettare e vivere al 200% ciò che si è atteso, è la vita.

Fermo la bici, sgommando. È incredibile, ci riesco ancora. Come alle medie. Quando mi spatagnai sull'asfalto pur i conquistare la bambina che poi sarebbe diventata la Giuggia.

Solo et pensoso, i più deserti campi vo mesurando... e aspetto. Te.

Parachute

parachute_by_popohuata

There we stand about to fly
Peeking down over land
Parachute behind
What was that moment for which we live?
Without a parachute about to dive
I find myself convincing
Blindly falling faster
How easy
Know the place I’m leaving
And the rest just is gone
Oh the adoration
But how much strength does it take
For exploration
For split decision
Or are you stronger to remain
I find myself convincing
Blindly falling faster
How easy
Know the place I’m leaving
And the rest is just gone
It crept up on me
Ignored all my pleas
Begging to leave
No justice to name me
Fell out of the sky
Cease it to be
Without a reply
Gravity fails me
And when I awoke
I knew what was real
Hope to convince you
Lies they all torture me
Opened the door
Knew what was me
I finally realized
Parachute over me

MusicGuster - Parachute

Pagine Bianche

Moleskine_by_gwennie01

Nera e opaca, con le righe e la tasca a soffietto, mi rigiro la Moleskine tra le mani. I vetri dell'autobus sono appannati, e il vecchio IVECO borbotta sommessamente la sua opinione... troppo freddo! Qualcuno ride negli ultimi posti, qualcuno sonnecchia.
Io ripercorro tutto il pomeriggio e ciò che mi lascia...

Apro e chiudo il piccolo taccuino di pelle nera, gioco con l'elastico. Dentro c'è una dedica scritta in celeste... la leggo qualche volta, poi la ripongo. Sorridendo.

La neve segna il finestrino... fuori solo notte e campagna... Più la guardo e più mi piace... ci penso un po' ma infine la riapro.

Pagine Bianche, che mi sento in grado di riempire, senza sapere come. Un mare di parole da scrivere, di emozioni da riportare. E ho paura. Ho paura di rovinare questo dono unico.

Davanti a me la prima pagina, bianca. Di un bianco così carico di significati... un bianco molto colorato, in effetti. La mia Vita. E ho la penna, ma non so che scrivere. Però dentro ci sei Tu. Con il tuo sguardo e il tuo sorriso... ci sei Tu con la tua voce e le tue facce buffe. Ci sei Tu, bella come sempre. Bella come non mai.

Ci sei Tu con i pastelli e l'evidenziatore. Ci sei Tu che mi sai sempre far capire qual'è il senso della mia esistenza. Ci sei sempre Tu con la tua ironia e la tua dolcezza. E ci sono anch'io con tutti i miei difetti... Ci siamo Noi.

E la nostra storia inizia da qui. Pagina Bianca.

Mare

Autumn_Sea_by_lalas
Sceso dalla macchina, ammiro il cielo, che incontrandosi con il mare si tinge di dolci sfumature pastello. Respiro l'aria fresca e profumata di pino ed affondo i piedi nella sabbia. Adoro tutto questo. Adoro questa enorme e saggia distesa d'acqua. Mi sento così piccolo, così vulnerabile al suo cospetto... Lascio il pensiero correre all'indietro, a quando la pineta si espandeva per chilometri... a quando Ravenna era sul mare e le paludi erano le sue mura, a quando un eterno e rimbombante silenzio permeava queste terre...
Un po' come ora. Marina Romea, deserta. Sembra lo spettro di se stessa. Le risate e i rumori estivi ancora rieccheggiano nelle sue strade.

Mi viene in mente l'estate, e il mio gruppo. Diversamente da loro, non vivo in funzione di questa stagione. Vivo in funzione di vivere. Perchè estate, oltre che caldo, alzarsi tardi e andare a letto ancora più tardi, significa non vedere i miei amici.

Chissà, sarebbe bello vivere qua d'Inverno. Soli. Rilassati. Un po' da eremita, in effetti.

Mi alzo e faccio due passi nella sabbia. Fredda. Ghiacciata, in certi punti. Tutto sommato adoro la spiaggia. il silenzio. La grandezza, il cielo. Il rumore delle onde. Sempre uguale, sempre diverso. Adoro osservare la risacca, il bagnasciuga che da lucido torna opaco. Salutare il sole sorgere, salutarlo tramontare sulla piallassa...

Sento respirare il mare in me... sento l'acqua accarezzarmi, forte ma delicata. L'acqua... la libertà, la leggerezza, la freschezza... Mi sento parte di tutto questo, mi sento parte della Natura, mi sento fratello di ogni altra persona... ed è bello, bellissimo.