Fall/Railways



Quindi i binari.
Così vicini, e destinati a non toccarsi mai.
E ancora nei i treni, che scivolano veloci tagliando la notte con una lama fatta di anime ed elettricità.
Così io e lui, seduti su un binario, o alla chiusa.
A guardare lontano, nella foschia. A fare cazzate.

E l'autunno arrivò all'insaputa e orlò i margini delle foglie di marrone.
E ci rendemmo conto che non si tornava indietro, non si tornava alle panchine della stazione di Reggio, non si tornava al canale deserto, non si tornava al tetto su cui non siamo mai saliti perché era tardi e dopotutto non ne valeva la pena, con quelle nuvole in cielo.
Non si tornava più al canale dove eravamo soli e si parlava, si urlava e si ascoltava il silenzio.
E promettemmo di ritornare in quel posto, in quello stato d'animo, ancora una volta almeno.
Lasciammo le scarpe nella notte per tornare a casa dalla carraia umida, e il fanale era rotto, ricordo.

Ed erano le 4 e dentro il sacco a pelo faceva freddo, e ricordo di aver detto che era quasi terrificante, Cassiopea a forma di M. Ricordo che riconobbi Orione, pur non avendolo mai notato prima. Dissi che era bello, che le stelle danno sicurezza perché sono sempre loro.
E passavano Espressi incandescenti, che tremavano quelle due gelide panchine di ghisa.

E anche se è difficile isolare qualcosa, Jack, avevi ragione.
Dio è nell'Orsa Maggiore.
E noi a cercare Dean Moriarity, a cercare il vecchio Dean Moriarity, a cercare Dean Moriarity.


Le Luci della Centrale Elettrica - Piromani
Le Luci della Centrale Elettrica - Per Combattere l'Acne