Acqua e Sale



   Pensare. Fare. Con. Decidere. 
Percorsi logici che si ripercorrono come una pista chiusa, parole che si fanno sempre più pesanti.
E il tuo respiro arriva umido e salato.

   Potere Continuare. Cambiare. Sbagliare. Non.
Contemplo la mia inerzia, sfera grigia dai pochi appigli, stupido grande sasso che non ho voglia di spostare.
E tu che sei la leva.

   Noi. Non preoccuparti. Scusami.
E lentamente sposti tutto.
Gli occhi rossi per lo sforzo, i fazzoletti usati sul pavimento.
Costa fatica. Acqua e sale. Come il sudore della pelle.
Ma d'inverno la fatica sceglie altri pori per liberarsi.

Bruciamo le ore e mi lasci incapace.
Impossibilitato ad esprimere un briciolo di questo senso di gratitudine che sento.
Mi curi così, lana sulla pelle e guance bagnate.

Damien Rice - Cold Water

Nuvole

Il sole delinea appena i contorni dell'orizzonte. 
Attraverso la campagna umida, respirando l'odore lievemente denso delle mattine di ottobre.
Nuvole e colline, e non sai se vai verso la terra oppure se vai oltre.
E poi non sono più qui.
Perché non so dove finisca l'appennino e dove inizino le nubi, all'orizzonte ci sono solo montagne blu.

Il terrazzo della facoltà è affollato.
Mi siedo sulla linea scura proiettata dall'edificio, i piedi al sole.
Strada, macchine in corsa: il sole si riflette sui vetri di un palazzo in costruzione.
Alzo la testa e guardo su.
Il sole strappa un colore azzurro al mattino, qualcuno vola verso Monaco su di un aereo con la coda verde acqua.
Penso alle strade che non prendiamo e alla persona che possiamo scegliere di diventare.
Chiudo gli occhi e ci sono i tronchi bianchi delle betulle, c'è l'odore lievemente salato del legno grezzo.
Posso essere altrove.
Sugli aerei che decollano da BLQ e che atterrano lontano.
Sulle rive di un lago nel crepuscolo della mezzanotte.
Tra strade pulite che hanno nomi che non conosco.
Posso essere altrove significa fare un viaggio.

"Buongiorno, ti ho tenuto il posto in questa carrozza piena. Dove andiamo questa mattina?"


Feist - The Park
The Tallest Man on Earth - There's no leaving now

Luci

Fermiamo la macchina al limitare.
Attorno il grano bagnato di verde è ormai maturo, attorno un abbraccio di querce secolari ci fa ombra da un cielo ormai scuro.
Costruiamo una casa tra i campi.
Attorno, più giù, un letto di luci dimenticate accese da chi abita nei condomini delle città.
Chiudo il cancello e ti porto giù al buio, un prato di menta tra i filari.
Abbracciamo un vecchio albero, penso che sei vicina sempre.
Le lucciole si accendono sempre insieme, dico.
È vero, dici. Tu mi porti sempre in dei posti bellissimi, Filippo.
Io penso al cielo strano di Aprile. Penso alla pioggia, penso alle strade di campagna che ci separano, che ci uniscono. Penso al rumore dell'asfalto sotto le suole umide, alle gocce sul parabrezza, alla mia mano sulla tua schiena. Penso a questo, e ad altre mille cose.
Attraverso scarpe le spighe mi pizzicano i piedi.
Ti guardo e ti sorrido, e basta.

Sigur Rós - Fjögur Píanó

Gomitolo



Una donna elegante pedala su una bici da corsa, dall'altra parte arriva un signore che parla al telefono e sorride.
Al binario dieci una ragazza fuma annoiata, il ragazzo delle bevande ha un tatuaggio nuovo.
I palazzi alti delle aziende in crisi catturano gli ultimi raggi di sole rosa, il parcheggio che si svuota dopo le cinque.
Sono gli sguardi a raccontare, e in mezzo storie, mille gomitoli colorati da riavvolgere.
Vecchie cassette frusciano nelle autoradio delle utilitarie, semafori che sembrano blu, la foschia che si posa delicata tra i palazzi sul far della sera.

Alan Parson Project - Time

Cerniera


 Aspetto fuori in sella alla bicicletta.
Non fa freddo, ma tiro su la zip fino a nascondere il mento nel giubbotto.
Le strade vuote scivolano attorno.
Le strade, come le persone, come le cose che fai.
Sarà la doccia fredda, sarà questa finta primavera, sarà il brivido che sento sulla schiena.
Saranno tutte le cose da fare e gli amici che aspetti, o queste nuvole opalescenti che riflettono la luce grigia della città.

Come scollarsi dalla realtà, la testa tra le pagine di un libro e la tua ombra che è solo una delle tante maschere sul binario otto.

Dimenticare il calendario e prendere le chiavi della macchina. 

Jónsi & Alex - Stokkseyri

Veloce


Allacciare le scarpe da corsa  fermare la testa.
Scarpe, playlist, porta; l'asfalto e le solite strade, e prendi il passo.
Solo, la musica, la cerniera che tintinna, il respiro che si fa sempre un po' più intenso.
Per prendere una pausa e lasciare dietro i soliti tre problemi che ti girano in testa.
Per farne almeno una delle giuste.
La voglia di provare qualcosa di difficile, di dare tutto e arrivare in fondo al canale, col sudore addosso e i vestiti che si fanno più pesanti.

Manca ancora un chilometro e la luce si spegne lentamente.
Correre sui campi a maggese e contro il tramonto, con Iron & Wine che ti viene dietro, con la fatica che per una volta sembra diminuire.
Accelerare il passo, sentire i cespugli di tarassaco che scricchiolano sotto le suole e le crepe della terra che si smuovono.
Nella fattoria sotto il versi degli uccelli sembrano campionati da un disco dei Pink Floyd, e allungo ancora.
Sembra un secondo, e sono in fondo.

Mi appoggio alla corteccia, il vecchio Joe aspetta fermo in fondo al canale.
Lui è sempre lì, anche quando i suoi rami non hanno foglie per regalarti ombra.
Saranno duecento anni che aspetta, e le nostre chiacchiere sul tetto della chiusa non sono che una virgola tra le storie che raccontano quei rami.
Abbraccio il vecchio rugoso, e riparto.

Con la notte che scende gli occhi non ti aiutano più a trovare la strada di casa.
Devi affidarti ai tuoi piedi, che la conoscono da sempre.
Correre con te, sulle note lente del tuo Canone, e si risistema tutto.
Il mio passo incerto e le tue dita che inciampano sul pianoforte.
Corriamo insieme, con le nostre imperfezioni, sulla terra buia e verso le luci di casa.
Tutto combacia.
La bellezza è negli errori, e in tutti gli errori ci sei tu, che mi dai la mano.
Ci sei tu e tutti i nostri piani, what comes is better than what came before.
Corro davvero veloce, sulle tue note lente.
Sui vialetti del parco, con un pezzo di corteccia in tasca, torniamo a casa.

 Iron & Wine - Each Coming Night
Fede - Canon in D Major

open eyes




mezze luci
scritte sul vetro lucido
sullo schermo che è spiacente
riprovare

sei qui, ora
e non sarebbe cortese rifiutare
sconosciuti di lusso attorno al tavolo
discorsi lontani che potresti raggiungere

due notti, ancora
via sui binari
scie nel cielo
verso quello che hai alle spalle
ma soprattutto via

luce accesa
parliamo di come il gruppo abbia iniziato a dividersi
di pagine chiuse e libri da leggere

parliamo di quello, e di tutto quello
a cui non riesci a dare loro un nome
dico di sì e non ti sento mentre torniamo dal cinema
fuori dal finestrino proiettano sempre lo stesso film

 

 The XX - Open Eyes
Death Cab For Cutie - Title Track

A New Year


Molto dopo mezzanotte. É sempre l'ora sbagliata.
Così difficile sentirsi veri, intrappolati tra il bagliore diffuso dei cristalli di ghiaccio e l'odore acre di zolfo.
Giorni senza nome che scivolano leggeri come una noiosa discussione.
Facce che ridono, non pensarci. Non pensare.
Tu sei sempre circa quello appoggiato con le spalle al muro, da tutta una vita ormai.
Pensare dov'eri ottomilasettecentosessanta ore fa, e altre ottomila prima.
Non pensare.

Osservare per capire, le mille abitudini e formalità, convenevoli.
Osservare dietro, come Theodore il poeta, un angolo piuttosto largo.
Sulle rive del torbido Spoon crescono ormai le erbacce.
Vent'anni ormai e un'eco dentro.
Fiumi di parole la sera davanti a casa, crescevamo.

Torna tutto, non puoi uscire da questa linea di tendenza.
Sei l'uomo che sei nato per essere.
Torna tutto, e non c'è motivo di sforzarsi di essere più loro senza capire.
Sei qui, ora, ad un punto di svolta.
È uno dei tanti che capitano ogni giorno, non pensare troppo.
After midnight life will carry on.

Stars - A New Year
Sigur Rós - Lúppulagið