Trouble

The_Writing_Process
Accendo l'amplificatore. Le note di Joy si diffondono per la casa, vuota.
Gli ultimi rimasugli di neve si sciolgono all'ombra della siepe. Fa freddo.
Il cielo è grigio, non grigio acciaio, piuttosto di quel grigio penna stilografica in acciaio inossidabile opaco abbandonata su un quaderno. Inquietudine, tristezza o semplicemente stanchezza... mi sento stanco pur non avendo sonno. E dovrei andare al cinema. Seduto sul muretto, aspetto. In realtà non ne ho neanche voglia. L'alternativa è un dannato testo argomentativo. Anzi, no. L'alternativa, in realtà, è un palloso pomeriggio solo in casa.

Alzo un po' il volume. Come se la musica riempisse il vuoto istituzionale che mi rimbomba dentro. La verità è che non è tanto un pomeriggio a studiare che mi opprime. La verità è che devo trovare un modo per tirare avanti fino al 31. O anche che in realtà so di essere la persona più felice del mondo, ma di non avere nessuno qui vicino con cui condividere la mia felicità. E l'unico modo per non pensarci è argomentare.

Apro il quaderno e respiro a lungo l'odore della carta. Profumo di sapere, di millenni di scoperte. Profumo di cose non dette e nascoste in un cassetto. Non so nemmeno cosa scrivere. Troppi impegni, troppo studio, o poca voglia. È dura alzarsi la mattina quando il senso della tua vita abita in culo al mondo.

Tiro fuori la penna ed inizio a scrivere.

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