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Ed ora, seduto qui, ho finito i pezzi.[...] E davanti a me c'è un gran casino imbrattato di sangue. Non è completo, non è perfetto, ma è ciò che ho fatto della mia vita. [Ninna Nanna - Chuck Palahniuk]

E lei non è più lei. Fredda, sarcastica, leggermente ipocrita. Ed io non so più chi sono.
Non so più cosa vuol dire amare, odiare. Non capisco cosa voglio, cosa cerco, cosa ho e cosa non ho.
È incredibile come siamo creature di pura passione. Gioia e pazzia. Tristezza. Insieme, i parti variabili, repentinamente.
Ho bisogno di un riferimento, qualcuno a cui appoggiarmi.
Nel sapore di fiori portato dal vento, lacrime che stentano ad uscire fossilizzano dentro, la frustrazione esplode e si riversa come miasma tra chi mi circonda.
Frustrazione perché ciò in cui avevo creduto fino in fondo, in cui avevo speso tutte le mie energie, non era nient'altro che "un errore", uno sbaglio, come l'ha definito lei.
Una sberla colossale, e mi ritrovo solo e confuso. Quella confusione che ti spinge a desiderare di essere triste, ad abbattere un sorriso, a cercare la pena di qualcuno. La odio.
Non so più cosa pensare, di te. Di noi, non se ne parla. Stento a ricordare il tuo volto, se non per quell'espressione dolce e fugace dei tuoi occhi.
Non so chi sono e che cosa voglio. Le mie priorità, i miei piani, cancellati come i disegni di un bambino sulla battigia.
Mi chiedo, con presunzione, se tutto quello che ho fatto per te non conti nulla, se sono uno come gli altri, adesso. Quando essere gentili, "dolci", per usare un termine che preferisco evitare ti fa diventare un amico. Ed è la terza volta, mi dicono. Forse è il caso che lasci perdere. Giuggia, hai detto che il mondo non mi merita. Esageri. Sono solo un povero pirla anacronistico. Rimasto come minimo al 1800. Poi c'è qualcosa che mi spinge a dire "Va', divertiti, è alle cose serie ci pensiamo tra qualche anno". E mi ritrovo con una voglia matta di vivere ed un risentimento che mi frena, come se mi sentissi in colpa di sorridere. Con una voglia di sfinirmi sui libri, sulla pista rossa, con gli altri. Di non pensarci. Di pensare ad altro. Ad altre. L'estate, la scuola, ed è come tradirti. Ed è un po' come morire. In tutto 'sto casino, i miei amici, che sanno distrarmi, rinfrancarmi, e mostrarmi il puzzle da un'altra angolazione.
Ed è per sempre, mi fai capire.
Ed io, il più triste fallito del Dopoguerra non oso nemmeno pensare di riconquistarti. Se c'è una cosa che non saprò mai fare è quella. E allora tanto vale sprofondare tra freddi teoremi. Logici, univoci, inumani.
E il naufragar m'è dolce in questo mare.

2 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

sono Fede...per chi non mi conosce sono la Stronza, la Bambina, l'Insensibile,sono la Sarcastica, Falsa e Ipocrita, sono la gelida Rose che ha distrutto la vita all'autore di questo post che in realtà ha già sorpassato il trauma egregiamente. ci tenevo a precisare che anch'io ho un cuore e che se il blogger mi odia davvero poteva dirmelo francamente.
mi dispiace di non essere perfetta
ma credo che abbiamo sbagliato tutti nella nostra vita.
>FeFè<